DL CURA ITALIA – Le misure tampone sulla scuola entrano nel decretone.
Turi: Bene, ora serve strategia di medio e lungo respiro
Il decreto è un fatto positivo. Avremmo una bussola da offrire. Il ministero dell’Istruzione deve abbandonare la navigazione a vista e dotarsi di una strategia complessiva coerente.
«Una prima risposta alle difficoltà degli italiani» così il presidente del Consiglio Conte ha definito le misure del DL Cura Italia varate oggi.
La situazione di emergenza sanitaria per la scuola è difficile e problematica perché si deve reinterpretare il senso di comunità che ne è alla base – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – e perché è scandita da impegni che, seppure con misure di emergenza, vanno condivise, in modo coerente e strategico, dai livelli regionali a quelli di singola scuola.
Certamente il decreto è un fatto positivo. Le misure poste in atto rappresentano una prima risposta che si offre al Paese nel suo insieme. Per la scuola vorremmo che ci fosse una rotta precisa da percorrere. Avremmo una bussola da offrire – sottolinea Turi – invece sembra che il ministero continui a navigare a vista.
Gli 85 milioni stanziati come andranno a studenti e scuole? Serviranno alle società di progettazione o aiuteranno quanti sono in situazioni geografiche, economiche di difficoltà?
Altri milioni saranno destinati alla sanificazione delle aule. Ci sembra un passaggio fondamentale. A chi toccherà questa procedura?
Sono domande di buon senso, alle quali saremmo anche in grado di rispondere se, in una situazione di emergenza come quella che stiamo attraversando, ci fosse stata l’esperienza e la maturità per apprezzare il valore di un serio confronto. Eppure i sindacati scuola, fin dall’inizio unitariamente, hanno dato prova di serietà e collaborazione.
Non è il momento di guardare indietro, serve ora mettere una dopo l’altra le tessere di un puzzle che per la scuola rappresenta chi ci lavora, chi studia, le famiglie. L’intera comunità scolastica che è specchio della comunità nazionale.
Siamo grati delle professionalità mostrata da tutti i lavoratori e siamo rassicurati dal fatto che, anche in una situazione estrema – continua Turi – il contratto nazionale di lavoro della scuola ha dimostrato di sapere tutelare i lavoratori, anche quelli precari.
La realtà delle nostre scuole ha mostrato quanto fossero sbagliati i preconcetti sull’obbligo della formazione: i docenti hanno dimostrato, senza avere alcun obbligo, di saper trovare voglia e mezzi per formarsi per offrire ai propri ragazzi il senso di comunità e la loro vicinanza.
In questi giorni più che mai, occorre dare una bussola alla comunità educante, istruzioni che vadano nella medesima direzione. Siamo certi che chiarezza e puntualità saranno essenziali. Per questo ci stiamo impegnando a dare, in tutti i modi possibili, informazioni oggettive e indicazioni pratiche per superare questa delicata fase che merita unità e non divisione.