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Claudio

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INFORMATICONUIL Incontri al Miur Nuovo regolamento amministrativo-contabile

Tavola disegno 111

LA UIL CHIEDE IL RISPETTO DELLA SPECIFICITA’, DELL’AUTONOMIA, DELL’NDIPENDENZA E DEI TEMPI DELLA SCUOLA

Il 21 novembre 2018, presso il MIUR, è’ stato presentato alle Organizzazioni sindacali il testo di riforma del Regolamento interministeriale di contabilità delle scuole. Il provvedimento infatti ha concluso il suo iter con la pubblicazione in gazzetta ufficiale ed entrerà in vigore a gennaio 2019.

Il nuovo testo continua ad avere al suo interno tutte le contraddizioni normative come, ad esempio, la gestione del bilancio per competenza, in continuità con il passato. La predisposizione del bilancio di tutte le amministrazioni pubbliche in termini di cassa, previsto dalla normativa nazionale ed europea, anche in questa nuova fase, non si applicherà alla scuola che mantiene il suo regime ‘speciale’, legato alla attività di ogni anno scolastico che, come è noto, si svolge a cavallo di due anni finanziari, con le conseguenti difficoltà, specie di natura contabile, che da sempre ha comportato.

Il nuovo regolamento di contabilità, a parere della UIL Scuola, deve essere lo strumento per ampliare il ruolo autonomo della scuola, intesa come comunità educante che agisce, attraverso i suoi Organi e non va confuso con l’autonomia del Dirigente Scolastico. Infatti il primo rilievo avanzato dalla Uil scuola è che ancora una volta si è deciso di rinnovare, il regolamento di contabilità e lasciare, gli organi collegiali, fermi al 1974, che, fermo restando la loro funzione di autogoverno, andrebbero aggiornati per quanto riguarda il funzionamento e le nuove competenze delle istituzioni scolastiche con il necessario raccordo alla comunità educante  e al nuovo ruolo del dirigente scolastico e del DSGA.

Va inoltre completato l’assetto dell’Ufficio di segreteria e dell’area tecnica attraverso la costituzione di posti dell’area C.

La lettura del Regolamento di contabilità delle istituzioni scolastiche risente delle contraddizioni normativa che andrebbero risolte nel CCNL della Dirigenza Scolastica, fino a contenere  misure singolari come è l’art. 39 “Manutenzione degli edifici scolastici “che obbliga i dirigenti scolastici “ad effettuare, con eventuali fondi propri interventi di manutenzione straordinaria degli edifici scolastici e delle loro pertinenze”.

Una situazione inaccettabile che mette in crisi l’intera gestione dell’Istituzione scolastica con un danno doppio:

  • sia perché le istituzioni scolastiche devono individuare gli interventi da effettuare per garantire lo svolgimento delle attività didattiche;
  • perché lo dovranno fare anticipando i lavori con i soldi ( che non hanno) del funzionamento delle loro scuole (fondi con i quali si paga, solitamente quanto serve per la manutenzione ordinaria delle scuole, lampadina, rubinetto, ma anche con cui si fa funzionare la scuola, ad esempio le bollette per la connessione internet o la cancelleria, i laboratori. )

Sono Contraddizioni che possono essere risolte dal contratto dei dirigenti scolastici, il cui negoziato è in atto, che può modificare questa situazione e riportare il ruolo del dirigente nel suo ambito naturale di responsabilità.

Il contratto dovrà garantire profilo, responsabilità, diritti, risorse finanziarie. Dovrà  delineare i diritti, le  tutele e le garanzie, descrivendo il ruolo profilo. Presupposti imprescindibili per la valorizzazione professionale del dirigente scolastico e per firmare un contratto fermo da quasi dieci anni.

Si tratta, insomma di utilizzare l’art. 2 , comma 2 del Decreto legislativo n. 165/2001 che consente di disapplicare norme di legge e regolamento, attraverso la stipula del CCNL in discussione. Per questi motivi la UIL Scuola sta insistendo da tempo, chiedendo di utilizzare quella che è la forma più rapida e flessibile per eliminare norme che per loro natura sono rigide e non si adattano alla realtà scolastica.

La UIL Scuola, inoltre, ha sollecitato l’implementazione dello strumento del confronto tra Organizzazioni sindacali e Direzioni regionali del MIUR nella programmazione delle attività annuali, nel rispetto dei tempi della scuola, adeguando scadenze ed adempimenti, per evitare le derive burocratiche.

Il dirigente scolastico non si può trovare solo rispetto ad una pletora indistinta di incombenze di cui a volte ignora perfino l’esistenza. E’ il contratto che deve definire in maniera netta e precisa diritti ed obblighi lavorativi.

Le principali novità  del nuovo regolamento consistono in :

  • una maggiore informatizzazione del sistema con conseguente processo di dematerializzazione degli atti amministrativi
  • potenziamento dei meccanismi di trasparenza e di controllo
  • maggiore flessibilità dei servizi di cassa e del fondo economale per le minute spese.

Tutte riassumibili in nuove e più stringenti procedure  gestionali e di controllo che appesantiscono gli oneri burocratici occupando tutte le energie presenti nelle Istituzioni Scolastiche che, invece andrebbero liberate da appesantimenti burocratici e semplificati.

La UIL Scuola nel rilevare che attraverso questo testo non sembra conseguito l’obiettivo della semplificazione della gestione contabile delle scuole, ha rivendicato un maggiore coinvolgimento nella stesura delle norme di accompagnamento e agli strumenti che il ministero si accinge a fornire alle scuole.

Il coinvolgimento del sindacato può servire a definire il ruolo dei revisori dei conti rispetto all’autonomia della Scuola e dei suoi degli Organi collegiali, nella destinazione delle risorse nell’elaborazione del PTOF e riguardo alle scelte negoziali in materia di contrattazione di scuola; che quanto disposto dal regolamento potrà essere integrato o modificato – in termini di delegificazione – attraverso la contrattazione collettiva e integrativa nazionale.

Nei prossimi giorni una scheda UIL Scuola sulle novità introdotte dal decreto.

Per la UIL Scuola hanno partecipato Rosa Cirillo Mauro Panzieri e Antonello Lacchei.

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SVILUPPO E CRESCITA DEL PAESE | OGGI ASSEMBLEA NAZIONALE A BARI DEI SINDACATI SCUOLA CON LE CONFEDERAZIONI Turi: la scuola può tornare ad essere l’ascensore sociale del Paese  

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«Negli anni ’80 il sindacato, con l’accordo sulle 150 ore, portava gli operai a scuola. Ora le ideologie neo liberiste stanno abbagliando una classe dirigente incerta, stordita da una società in crisi, che si illude di superla, portando gli studenti in fabbrica» – così il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, nel corso della manifestazione in atto a Bari.

I temi forti del suo intervento sono quelli dell’investimento in istruzione, che non c’è, del valore da dare al lavoro che si fa a scuola, che resta a margine delle politiche del governo, e della precarietà, ancora troppo diffusa nel sistema scolastico.

«C’è una norma che non è stata messa nella legge di Bilancio, dove pure di precariato si parla, per farci su qualche risparmio»  – osserva Turi – «ed è la eliminazione del doppio organico , l’eliminazione dell’organico di fatto, per non creare altri precari».

«Arriviamo a questo appuntamento con un situazione economica e sociale molto degradata» – aggiunge Turi, guardando al contesto macroeconomico – «le prime mosse del governo gialloverde, le manovre in deficit di natura keynesiana, puntano essenzialmente al contingente, senza una visione ed una prospettiva di più lungo termine».

«Privato è bello, pubblico è brutto: è il ritornello di questi anni.  Falso paradigma che lambisce anche le funzioni dello Stato come l’istruzione, su cui sembra lanciata un’OPA da parte delle regioni del Nord che vorrebbero risorse e competenze, salvo poi, accorgersi – in momenti difficili e cruciali come quelli di questi giorni, ricorda Turi – che tutti hanno bisogno della solidarietà dello Stato. Non si possono svendere beni essenziali, né rivendicarne la titolarità solo quando proficua».

«Un paese è tale se è solidale, ed ognuno ha bisogno del supporto politico ed economico e culturale dello Stato. E’ questo il senso profondo che sottende il ruolo del nostro sistema di istruzione nazionale: la scuola ha unito l’Italia».

«Le esternazioni del Ministro Bussetti, in tema di maggiore autonomia in ambito scolastico da concedere alle regioni – Emilia Romagna, Friuli e Lombardia – riportano alla mente le posizioni dei ministri Tremonti – Gelmini (nel Governo Berlusconi) che quei propositi di secessione tentarono di imporre all’inizio del terzo millennio».

«Un Governo che volle perseguire la via della devolution, approvò anche una legge di modifica della Costituzione che i cittadini bocciarono in un referendum. La storia insegna».

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DIPLOMATI MAGISTRALE – Il PD presenta i contenuti di un disegno di legge. Per la UIL scuola la soluzione è in tre mosse.

Tavola disegno 111

Giorno 13 giugno si è svolto presso il Senato – Sala Nassirya – la conferenza stampa per la presentazione di un disegno di legge della senatrice vice presidente del gruppo PD Simona Malpezzi riguardante una possibile soluzione al problema dei diplomati magistrali garantendo i diritti di tutti gli insegnanti coinvolti.
Per la Uil scuola erano presenti Antonello Lacchei e Paolo Pizzo.

Il disegno di legge dal titolo “Disposizioni in materia di contrasto alla povertà educativa e di reclutamento per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria” che – a detta della senatrice Malpezzi – è una proposta di discussione aperta a tutte le forze politiche sulla questione dei diplomati magistrali, prevede un incremento dell’organico di potenziamento di 6.250 unità per il prossimo triennio con il 30% dei posti destinato alla scuola dell’infanzia.
La costituzione di una Graduatoria di Merito Regionale (GMR) sia per la scuola dell’infanzia che per la scuola primaria in cui potranno inserirsi, dopo il superamento di una prova orale selettiva, i laureati in scienze della formazione primaria e i diplomati magistrali con titolo conseguito entro il 2001/2002 che abbiano svolto almeno tre anni di servizio negli ultimi otto anni scolastici, non meno di 180 giorni in ciascun anno scolastico.
In ultimo, al fine di tutelare la continuità didattica, sarebbe prevista una noma transitoria che prevede il mantenimento in servizio come supplente annuale sul posto occupato nell’a.s. 2017/18 del docente già assunto in ruolo con riserva e comunque fino alla “nuova” assunzione in ruolo dalle Graduatorie di Merito Regionali.
In quanto alla tempistica, la senatrice Malpezzi ha previsto la conclusione di tutto l’iter concorsuale entro il 31 luglio.

La Uil scuola, pur riconoscendo che solo un intervento legislativo possa dare le risposte alle diverse situazioni determinate dalle sentenze della Magistratura, ritiene che non serva un provvedimento uniforme, per tutti. Al contrario il problema deve essere affrontato in modo articolato perché le situazioni sono diverse sul territorio. Occorre un provvedimento specifico che tenga conto delle diverse posizioni giuridiche e geografiche senza lasciare i lavoratori in balia degli eventi.
Si tratta di definire un provvedimento che risolva la grave situazione che si è venuta a creare per effetto delle Sentenze della Magistratura, per cui è sufficiente, a nostro parere, affrontare la questione in tre mosse, in tempi brevi:
1. Laddove non ci sono contro interessati si può intervenire subito, mantenendo in servizio i docenti interessati senza adottare nessun provvedimento di licenziamento. Non riteniamo in alcun modo percorribile una soluzione che, in esecuzione della decisione della Magistratura, possa anche lontanamente immaginare di licenziare o rimuovere dal proprio posto di lavoro docenti immessi in ruolo, che hanno già superato l’anno di prova, nonostante non ci sia alcun contro interessato per quel determinato posto. Si tratterebbe di licenziare un docente per poi riassumerlo come precario.
2. Prevedere un concorso per soli titoli, a cui possano partecipare i docenti beneficiari di una sentenza sia pure non definitiva e gli eventuali contro interessati, laureati i scienze della formazione primaria. Solo in questo caso, si avrebbe una graduatoria entro tempi congrui e si garantirebbe la continuità didattica per gli alunni. C’è da considerare che anche in questo caso molti lavorano da anni ed hanno superato anche l’anno di prova.
3. A regime, si può e si deve pensare ad concorso riservato, sulla falsariga di quello definito per la scuola secondaria, che debba riguardare tutti gli aventi titoli (abilitati magistrali e laureati in scienze della formazione primaria), che insieme all’aumento dei posti del potenziato, consenta, con una procedura snella e che si concluda in tempi brevi, di definire una graduatoria per soli titoli e colloquio da cui attingere per le immissioni in ruolo. Su questo punto la UIL scuola è da tempo che denuncia una inaccettabile disparità di trattamento rispetto ai docenti della scuola secondaria, perché l’attuale sistema lascia fuori sia il segmento primario come quello degli insegnanti di religione cattolica che avrebbero titolo ad avere sia la fase transitoria di reclutamento, che lo stesso sistema previsto per i colleghi della secondaria, stante l’unicità della funzione docente.

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Incontri al Miur – Utilizzazioni assegnazioni provvisorie

Tavola disegno 111

E’ proseguito il confronto tra i sindacati firmatari del CCNL e i rappresentanti del Miur per la definizione del CCNI sugli utilizzi e assegnazioni provvisorie, anno scolastico 2018/19.
All’incontro hanno partecipato Pasquale Proietti e Paolo Pizzo.

In apertura l’amministrazione ha comunicato l’indisponibilità ad aperture rispetto alle proposte di modifica presentate dai sindacati. In particolare sul requisito della convivenza col genitore ai fini di poter richiedere l’assegnazione provvisoria e l’utilizzo sui posti di sostegno dei docenti di ruolo senza titolo di specializzazione.
La UIL scuola ha ribadito che per la stipula del contratto è necessario condividere l’obiettivo, di ampliare la possibilità di chiedere ed ottenere i movimenti di mobilità annuale, sia pure salvaguardando continuità didattica ed aspettative di tutto il personale di ruolo e precario.
Per raggiungere tale obiettivo è necessario eliminare gli ostacoli ostativi, con le seguenti due modifiche rispetto all’articolato precedente:
a) eliminazione dell’obbligo della convivenza ( così come è previsto per i trasferimenti) col genitore come condizione per la presentazione delle domande di assegnazione provvisoria, al fine di favorire al massimo la mobilità.
b) demandare alla contrattazione regionale la possibilità di richiedere nuove forme di utilizzazioni, anche interprovinciali, da parte dei docenti titolari su posto comune o classe di concorso senza il possesso del titolo di specializzazione,sempre dopo aver accantonato i posti per i docenti precari in possesso del titolo di specializzazione.
La UIL scuola ritiene che al fine di tutelare anche il personale docente precario e garantire la continuità didattica, la contrattazione regionale dovrà stabilire un accantonamento dei posti complessivamente disponibili, sulla base delle esigenze e sulle risorse del singolo territorio.
Su questi punti l’amministrazione, dopo un’ampia discussione, si è riservata ulteriori approfondimenti.
Licei musicali
Nel corso dell’incontro sono stati affrontati alcuni aspetti relativi alle utilizzazioni nei licei musicali. In particolare si è discusso sulla possibilità di dare l’opportunità anche ai docenti di ruolo, in possesso del titolo specifico ma che non hanno servizio nei licei musicali, di richiedere l’utilizzazione in subordine ai docenti inseriti in seconda fascia d’istituto in possesso del titolo.

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